La Galleria nasce dal sapiente restauro dell’ex Laboratorio/Abitazione appartenuto all’artista Salvatore Meli (Comiso 1929 – Roma 2011), noto scultore ceramista e bronzista dagli anni ’50.
Meli la trasformò in grande Atelier/Fucina delle sue creazioni ceramiche e metalliche, erigendovi vaste fornaci, allestendo ripiani di lavoro e scaffalature per la copiosa strumentazione, e ricavando anche i vani per una sua abitazione.
Questa affacciava sulla cinquecentesca Cappella del Cardinale Reginald Pole, oltre che sulle morbide colline da cui si accede alle Catacombe di San Callisto, davanti alla Chiesa del Domine quo vadis.
La metamorfosi ultima, targata Del Bufalo (sin dall’entrata, con il nome inciso in rosso su un frammento antico), non vuole obliterare le stagioni pregresse, ma conglobarle, come un albero che cresce su sé stesso.
«Qui c’era un armamentario vastissimo di ferrivecchi», racconta Del Bufalo, «ammassi rugginosi di scarto che Meli raccoglieva con l’intento di farne altro, sembrava un antro piranesiano, e quando lo vidi per la prima volta me ne innamorai. La Via Appia è luogo della storia, ma anche della mia infanzia, avere un appiglio qui è un po’ come ripercorrere i tempi. Ma del passaggio di Meli ho voluto conservare le tracce e l’aspetto di laboratorio: gli strumenti di lavoro sono in gran parte ancora qui, le cassettiere sono piene di suoi disegni, su un tavolo ho disposto fotografie della sua vita, e su ampi scaffali ho collocato alcune sue sculture in terracotta, in bronzo, in alluminio, e poi bizzarri vasi e grandi piatti. Ho anche riarredato in parte e restaurato la sua abitazione. Meraviglioso è un camino in bronzo da lui plasmato e fuso». [Estratto dall’intervista sul GdA Numero 445, Dicembre 2023]
«Roma Sud, la Campagna Romana e l’Appia Antica, come tutto il Latium Vetus, sono stati i luoghi della mia infanzia e adolescenza, che ho girato a cavallo, con motociclette da cross (con le quali andavo a dare fastidio ai cavalli del Castello della Cecchignola) e poi più tardi, dopo i 18 anni una volta presa la patente, con macchine sgangherate da fuoristrada, amavo visitare con amici o con personaggi del posto, siti e città antiche del Lazio. A parte i tanti amici che abitano sull’Appia Antica, passavo molto spesso davanti al Laboratorio Meli e diverse volte mi sono fermato a parlargli di Marmi Antichi e dei monumenti funebri ai bordi della Regina Viarum, come quello in muratura a sacco di selce che si trova proprio davanti alle finestre del Laboratorio. Meli era un uomo schivo e sospettoso e non ho mai approfondito,
come ho fatto con tanti altri altri Artisti e Artigiani, un’amicizia o una collaborazione ma quando ho saputo della sua morte e dopo vari anni della messa in vendita del suo Laboratorio, non ho potuto resistere alla tentazione di sfidare un recupero di questo intrigante luogo che ha visto nascere e morire un vero Artista italiano di origine siciliana che io considero il più grande Artista Ceramista italiano degli anni ’50-’60».
Lo spazio oggi si propone come un originale Cabinet de Curiosités, votato anche all’Arte Contemporanea oltre che all’Arte Antica, nonché Arte Tribale e Africana, oggetti da Wunderkammer, Curiosità dal mondo, Marmi Antichi, Naturalia, Mirabilia, con mostre in programma a cura di Giano e Dario Del Bufalo.